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domenica 13 gennaio 2019

BSA 1909 Path Racer

The Birmingham Small Arms Company Ltd. 
Makers of the celebrated B.S.A. Cycle Fittings
Bicicletta B.S.A. modello Path Racer del 1909, ritrovata in Italia: i modelli Path Racer erano biciclette da corsa su strada allestite con diverse opzioni su telai da pista particolarmente leggeri, robusti e rigidi.
Bicicletta con telaio plongée, foderi/tubi anteriori (forcella) e posteriori con sezione a D, allestita con alcune caratteristiche non previste per le Path Racer sui pochi cataloghi che ho potuto consultare ovvero ruote di diametro grande 700 A, bloccasterzo. La proposta di base per questo modello prevedeva pignone fisso e assenza di freni, con la possibilità di montare diversi tipi di manubrio, freni anteriore e/o posteriore più altre varianti. Tra le possibili scelte per il mozzo posteriore, già nel primo '900 erano proposti mozzi EADIE, di produzione B.S.A., con solo freno a contropedale (COASTER) oppure a due velocità (TWO-SPEED) oppure a due velocità con freno a contropedale (TWO-SPEED COASTER). Su questa fresca anticaglia ultrasecolare è montato un mozzo EADIE Coaster con 40 raggi, mentre l'anteriore è B.S.A. con 32 raggi e riporta l'incisione "9" così come la corona: cerchi in ferro stretti 28 3/8, pneumatici sportivi d'epoca Olmo.


Carro posteriore asimmetrico, chiusura a chiavelle per le calotte destra e sinistra del movimento centrale, pedivelle lunghe, catena Renold's.



Sella stretta da pista De Vecchi - Milano

Bloccasterzo B.S.A. (Steering Lock)
 
Manubrio italiano di forma simile alla piega "Gerbi":
Speciali tendicatena B.S.A. ad incastro e scorrimento guidati:

Pedali B.S.A. a sega in ferro (RAT-TRAP), con centro intero ed oliatore a lancetta.

domenica 1 ottobre 2017

Bianchi S 1928

Grazie a Stefano, che condivide le fotografie e ci presenta, dopo restauro conservativo, questa pregiata bicicletta Bianchi mod. S del 1928, rara per completezza e condizoni di conservazione.
Questo modello su ruote 28 3/8 (700 A) a 36 fori, con classici parafanghi a schiena d'asino, non porta il copricatena e monta pedali in ferro a sega originali Bianchi: guarnitura e mozzo posteriore non hanno lo spostamento per il montaggio del copricatena; sella in cuoio a riccioli, manopole e manopolini in corno, ruota libera marcata Bianchi e copertoni Olmo fondo di magazzino; ottima la conservazione della nichelatura sulle "parti bianche" ovvero i componenti non verniciati all'origine, come manubrio, pedivelle, cerchi, mozzi, pedali e parte della freneria; gruppo luce Bosch.













Solitamente non pubblico annunci di vendita, ma in questo caso per me prevale il piacere di presentare una bicicletta illustre ed in ottime condizioni di conservazione. Per chi fosse interessato all'acquisto, contattare Stefano; prezzo adeguato al pregio della bicicletta, non per affaristi.

Stefano Bagalini (anche su Facebook)
Mail: stefano_bagalini@yahoo.it
Cell. anche via Whatsapp: 3295881288

domenica 14 febbraio 2016

E.U.S.E.B.I.O. da strapazzo

Al bordo d'una chiesa di campagna, è possibile che siamo in tema FRERA, un poco su misura per tal EUSEBIO, che mi piace immaginare bottegaio indaffarato, intento la mattina a correr per commissioni in bicicletta, prima di smontar gli scuri in legno dalla vetrina del negozio. Di certo siam nel 1910, dando retta al  movimento centrale del velocipede in questione. Un bollo per circolazione negli stabilimenti FIAT, danneggiamenti vari al telaio, ruote forse non originali e adattamenti sul mozzo posteriore, fan pensare a che la bicicletta sia stata in vero molto usata nei suoi decenni di carriera, prestando fede alle promesse della casa: "Economica e robusta... è l'ideale delle macchine da strapazzo, per commercianti, professionisti ed esercenti, per servizio di città e campagna", dove appunto è stata ritrovata ...ritrovata infine dai tanto nei secoli discussi "piurot", discendenti di schiavitù d'importazione, come la gaggia ed il bambù. Se di Frera si tratta, certamente già da catalogo si notano semplificazioni costruttive rispetto ai modelli più lussuosi, ma che bella linea e gran gioia ritrovarla! 














Manubrio con attacco in avanti fissato ad espander; freno a trasmissione rigida, leva esposta... quì arricchito da un tampone del suo anno, con molla interna alla forcella: lusso non previsto, ma se lo merita dopo centosei anni! Ruote di cm 70, raggi finissimi tangenti a doppia ingrossatura, cerchi in acciaio nichelati e filettati... in sostanza ruote 28 3/8 con 32/40 raggi sfinati e cerchi stretti in ferro, più copertoni Olmo un poco più recenti, ma ben conservati; sella Coventry finita, con autentico straccio imbrattato di rinforzo; manopole in cartone pressato rivestito da resti di celluloide; freno posteriore a fascetta aggiunto forse già all'epoca; verniciatura nero brillante, ricoperta di posticcio verde ormai fedelissimo alla bicicletta; ruota libera e catena Regina un poco più recenti.

Da non credere, se pur fragile, rotola ancora!

lunedì 24 febbraio 2014

Olmo da corsa degli anni '50!

Grazie a salvatore, per le fotografie ed il racconto di questa bella Olmo corsaiola!
Non so a voi... ma a me piace da matti!
 
A volte sono loro che ti trovano, sono convinto che quando le bici hanno un'anima vanno da chi le ama... e anche di Corsa!
 
Dopo questo intro vi presento questa a mio parere bellissima OLMO tipo Rondine di un verde ramarro cromovelato conservata in modo affascinante.
Gruppo Campagnolo Gran Sport completo
Manubrio Ambrosio Champion e pipa TTT Special Gran Prix in alluminio
Freni e leve Universal brev. 453949
Sella Italia Super regis. 39024
Guarnitura doppia Simplex 50-47 denti e pedivelle a tre razze Magistroni alleggerite
Quintupla Regina soc. Cat. Cal. Merate Sport - Corse
Pedali acciaio Sheffield Sprint Modello Brevettato 658
Forcellini Campagnolo con registri ovviamente
Pompa in Alluminio Super Delta Super Sport

Unica nota stonante le ruote sostituite nel tempo... nel nostro tempo...
Ma questa bici avrà sicuramente scorrazzato "da pazzi" tra trulli e muretti a secco della Bassa Valle d'Itria. Lo dimostra la tela rossa ben sporca e di sudore. E' una umile corsaiola che chissà quanta felicità e quanto sfarzo ha dato al suo amato proprietario..
 
L'ho avuta dal nipote che mi raccontava con affetto del suo zio malato di mente che la comprò tra la fine degli anni '50 e inizio '60; lascio a Voi questo giudizio, ma una cosa l'ho imparata... che la corsa la cominciamo tutti, ma c'è chi vince, chi perde e chi non arriva al traguardo...
 
Peccato non potertelo chiedere, ma ti prometto che la rispetto come l'hai rispettata tu!
Io la lascio così, ma se dovessi trovare dei cerchi e mozzi che gli calzano, beh, perché no?
 
Non so a voi... ma a me piace da Matti!
 
Salvatore